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Il rigor mortis di troppi siciliani

Il rigor mortis di troppi siciliani

Il rigor mortis di troppi siciliani

Perché la Sicilia degrada continuamente, sia dal punto di vista sociale che economico? La risposta è immediata: perché ha una classe dirigente politico-burocratica incapace di adempiere al proprio dovere, che è quello di far crescere l’Isola con strumenti economici e di distribuire la ricchezza prodotta, in modo equo fra le classi sociali, soprattutto sostenendo quelle meno abbienti.
Ma la risposta è insufficiente perché se una classe dirigente non fa il proprio dovere è indispensabile che i cittadini che l’hanno eletta regiscano, mettendo in atto azioni che costringano i responsabili istituzionali a rettificare il proprio comportamento, avvicinandoli così al compito loro affidato.
Il rapporto tra mandanti e mandatari deve essere sempre vivo ed efficace, secondo il principio per cui quando i mandatari non assolvono il compito loro affidato, i mandanti li sanzionano nel modo opportuno. è proprio la mancanza di controllo e azione, da parte dei cittadini verso i propri eletti, la vera causa della disamministrazione della Cosa pubblica e della ignavia del ceto politico.Ai siciliani, mandanti dei politici, è venuta quasi una sorta di rigor mortis sociale. Subiscono angherie di ogni tipo, ingiustizie, senza reagire. Si accorgono del sistema del favore, secondo il quale i responsabili agiscono senza curarsi dei siciliani.
Insomma, assistono inerti a quello che accade senza muovere un dito, salvo le chiacchiere al bar, dal barbiere, davanti a una pizza o in qualche cucina.
I britannici, i tedeschi, i francesi, quando le istituzioni non funzionano, scendono in piazza, non perché organizzati da sindacati o associazioni costituiti, ma perché i cittadini semplici vogliono fare sentire la loro voce contro le iniquità commesse da responsabili istituzionali.
Il nostro popolo è immobile. Invece, bisognerebbe che si svegliasse dal torpore, scrivesse in massa ai giornali e formasse cortei di protesta, non per tutelare questo o quell’interessse corporativo, bensì a sostegno dell’interesse generale. Con questa sorta di apatia, che sconfina nell’accidia (negligenza nell’esercizio delle virtù), il tessuto sociale siciliano non può che retrocedere continuamente.

Cosicché si diffonde sempre di più la povertà, chiudono a decine di migliaia le Partite Iva, la disoccupazione aumenta, tutta la macchina economica continua a rallentare, come peraltro il Pil, nonostante i trionfalistici comunicati del presidente della Regione.
Il turismo è in grave difficoltà, gli arrivi di stranieri sono diminuiti di 400 mila unità nel 2016 (Bankitalia), i pernottamenti sono in picchiata, i musei ricevono sempre meno visitatori, distanti anni luce dai numeri dei musei del Centro e del Nord-Italia.
Come si fa a restare impassibili di fronte a questo scenario incontrovertibile e documentato? Eppure è così. Ecco perché notiamo quella sorta di rigor mortis che ha preso la maggioranza dei siciliani.
È possibile che nessuno più veda, senta o parli come le tre scimmiette? è possibile che di fronte a questo enorme disagio economico e sociale tutti stiano proni come i pecoroni? Che fanno i mass media per stimolare una protesta generale contro i parrucconi?Se non vi fossero risorse finanziarie, si potrebbe affermare che quanto descriviamo deriva dalla loro carenza, ma, per fortuna, le risorse ci sono e cospicue, nell’ordine di molti miliardi, ma la Regione non spende perché non riesce a cofinanziare i fondi europei e gli Fsc, i Comuni non redigono i progetti necessari per farseli finanziare e non chiedono finanziamenti alla Cassa depositi e prestiti a costo zero per investimenti.
Perché accade tutto questo ? Perché Regioni e Comuni continuano a finanziare la spesa corrente piena di sprechi e di corruzione. Vi è anche una seconda causa: l’enorme morosità perché gli enti, per non alienarsi il consenso politico, non fanno nulla contro i contribuenti morosi.
È ridicola perché tardiva l’iniziativa del Comune di Taormina che finalmente ha deciso di staccare la fornitura dell’acqua a molti alberghi anche di prestigio che non l’avevano pagata. Ma non dovevano pensarci prima?
Basta siciliani-morti viventi: è ora di svegliarsi, usando anche il mezzo che il QdS mette a disposizione: Risorgimentosicilia.it.

Carlo Alberto Tregua

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