RAGUSA – Tagliare sugli sprechi e sui disservizi è apparsa subito un’ottima idea quando si è cominciato a usare il termine ‘spending review’. Sanità, politica, giustizia, si è agito in tutti i settori per cercare di eliminare tutte le dispersioni di fondi e somme utili alla collettività.

Tagliare sulla giustizia, però, ha comportato l’accorpamento di strutture provinciali, decisione giusta, in teoria, ma solo quando gli edifici e i locali giudiziari lo hanno permesso. In provincia di Ragusa, infatti, abbandonare completamente la moderna struttura di Modica non è sembrata – già dall’inizio - una buona idea.

Oltre all’ingente investimento impiegato per la sua realizzazione – oltre 10 milioni di euro sono stati spesi nel 2004 per la sua costruzione – non si può non sottolineare che il Palazzo di Giustizia della Città della Contea è funzionale, nuovo e antisismico, caratteristica quest’ultima decisamente importante se consideriamo gli ultimi drammatici avvenimenti e se riflettiamo sulla condizione sismica della provincia iblea.

Manifestazioni, sit-in, raccolte di firme, niente è servito ad evitare il trasferimento di tutti gli uffici negli edifici del capoluogo che, però, non bastano di sicuro a garantire il buon funzionamento della Giustizia ragusana. Gli addetti ai lavori lo considerano inadeguato, datato e se consideriamo proprio il rischio terremoti, urgono al più presto interventi preventivi e di adeguamento visto che l’edificio non è per niente sicuro.

Risparmiare è senz’altro l’obiettivo di ciascun Governo ma farlo a discapito dei cittadini e della loro sicurezza non è di certo una scelta plausibile. Cosa si decida di fare con i nuovi locali modicani, non è ancora chiaro. Intanto, però, rimangono serrati già da mesi.