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Otto laureati su dieci lavorano ma solo se hanno studiato al Nord

Otto laureati su dieci lavorano ma solo se hanno studiato al Nord

Otto laureati su dieci lavorano ma solo se hanno studiato al Nord

Periodo di scelte. Non solo per le iscrizioni alle scuole primarie e secondarie, da effettuare on line sul sito del Miur da ieri fino al 6 febbraio, ma anche per i maturandi che già da ora devono valutare se iscriversi all’Università oppure no. Se intenzionati a proseguire gli studi, la scelta riguarda non solo il corso di laurea ma anche la sede.

Il “Sole 24 Ore” ha appena pubblicato la tradizionale classifica degli atenei italiani che tiene conto dei seguenti indicatori: per quanto riguarda la didattica si considerano attrattività, sostenibilità, stage, mobilità internazionale, borse di studio, dispersione, efficacia, soddisfazione e occupazione; per la ricerca incidono le voci ricerca, fondi esterni e alta formazione.

Nella classifica generale degli atenei statali tra i  61 classificati troviamo i tre antichi atenei siciliani, Palermo Messina e Catania, rispettivamente al 55 mo, 56 mo e al 36 mo posto. Dunque Messina meglio di Palermo e Catania, in miglioramento rispetto al 2015, quando si collocava al 42 mo posto, mentre Palermo e Catania sono in peggioramento visto che erano entrambi in 27 ma posizione nel 2015.

 

Ecco perché molti ragazzi siciliani decidono di trasferirsi in città come Milano e Torino per studiare all’Università, a carico delle proprie famiglie o necessariamente cercando lavoretti saltuari per mantenersi.

Ai primi dieci posti della classifica delle Università Statali troviamo in ordine: Verona, Trento, Politecnico di Milano, Bologna, Milano Bicocca, Siena, Padova, Politecnico di Torino, Venezia Ca’ Foscari e Piemonte orientale. Infatti, rispetto all’indicatore tra i più importanti, cioè la percentuale di studenti occupati a un anno dal titolo, vediamo che su 6.213 laureati al Politecnico di Torino, ne sono stati intervistati 2.861 e 2.366 hanno dichiarato di essere occupati, quindi l’82,7 per cento. Per i laureati a Catania, invece, risulta occupato il 54,7 per cento, per i laureati a Palermo il 48,6  e per i laureati a Messina il 46,9.

Il triste esodo di studenti dalla nostra regione, con questi numeri, non potrà che continuare a esserci nei prossimi anni, in mancanza sia di politiche attive del lavoro da parte dei nostri governanti regionali, sia di piani di studio e corsi di laurea all’Università funzionali al lavoro che c’è.

 

Lucia Russo

lucia russo

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